mercoledì 10 settembre 2008

Comics n’ Music: Intervista a Kaos One Pt.1


Finalmente arriva la seconda intervista di Comics n’ Music. Dopo l’intervista al Danno (parte 1, parte 2 e parte 3), tocca ora ad un altro pezzo da novanta della scena hip-hop italiana (e che si dimostra amante del buon fumetto): Kaos!

Andiamo subito al punto: da quando hai fatto un pezzo intitolato "Arkham Asylum" si dice in giro che tu sia un grande appassionato di fumetti. È vero? Con cosa hai iniziato?

Onestamente non ricordo con precisione, la realtà è che non mi spiego ancora il grande numero di fumetti di diversa natura che trovai in casa quando ero piccolo. Furono presi da mio padre, ma credo non li lesse mai. Parliamo comunque di titoli davvero diversi tra loro, dalle pubblicazioni di Bonelli, ai Métal Hurlant, passando per 1984, Jeff Hawke, Linus, Corto Maltese e tanti altri, ma fu quel capolavoro di Little Nemo a colpirmi maggiormente ai tempi, prima di scoprire da solo il mondo Marvel\Corno in cui, come tanti adolescenti degli anni ’70, mi identificai. Poi, quando ci trasferimmo a Milano, conobbi un compagno di classe di mio fratello più grande che già allora collezionava manga originali in giapponese… e lì fui ulteriormente fulminato.



Da quanto sono riuscito a capire non sei legato ad un solo genere ma spazi parecchio tra USA, Giappone e Italia. Quali sono i tuoi scrittori di fumetti preferiti?

Posso dire di essere solamente un appassionato, ma non metto limiti alla gamma di lavori che mi coinvolgono. Se un autore sa trasmettere emozioni, non importa quale sia il suo genere, anzi, mi sembra che sia proprio questa enorme versatilità, propria del fumetto, a rendermi questo mondo cosi affascinante. Ma a livello di sceneggiatura, negli ultimi 25 anni il fumetto è stato in grado di evolversi e rivolgersi ad un pubblico sempre più maturo ed esigente, e oggi (come dimostrano i tanti titoli di film derivati dai comics) il fumetto assomiglia sempre più alla letteratura classica.
Personalmente, credo che questo si debba al grande lavoro delle scuole francesi e sudamericane (e in qualche modo anche a quella italiana) operanti a cavallo degli anni ’70/’80. Ma è degli anni ’90, a mio parere, la grande svolta.


E disegnatori?

Un po’ lo stesso discorso. Sono passato da Horacio Altuna a Moebius e Richard Corben, da Hugo Pratt e Sergio Toppi a Philippe Druillet, da Ryoichi Ikegami e Masamune Shirow, a Takehiko Inoue, da John Buscema a Bill Sienkiewicz e da Frank Miller a Dave McKean, ma l'elenco è pressoché infinito. Insomma, sono troppi i disegnatori che mi colpiscono.


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Kaos One è uno dei “colpevoli” della nascita dell’HH made in Italy. Esordisce nel 1989 con il gruppo Radical Stuff, e si mette presto in luce come uno dei migliori rapper nostrani. Dopo lo scioglimento del gruppo, inizia nel 1996 la carriera solista che vede all’attivo tre album. L’ultimo, “Karma”, è uscito nel 2007.

3 commenti:

Ed ha detto...

WOW! Non immaginavo che la passione di Kaos per i fumetti fosse a 'sto livello!
Grande! Un mito.


Però devo correggerti. Non è un pezzo da novanta. È molto di più! :)

Antonio ha detto...

E complimenti pure ad ED! che e' un buongustaio...

Unknown ha detto...

e stigazzi ner culo?