venerdì 24 ottobre 2008

La Marvel protegge i gay (o forse no)

Due anni fa su Comicus parlavamo della Polemica scatenata da Andrea Lafferty contro l’omosessualità nei fumetti Marvel. La Lafferty, direttore esecutivo della Traditional Values Coalition (una sorta di Moige ancora più fanatico) attaccò durante una trasmissione Stan Lee puntando il dito contro la presenza di personaggi omosessuali nei fumetti, e più in generale di tematiche sociali troppo pesanti…
La cosa sembrava avere avuto solo una parziale influenza sulla gestione delle casa editrice da parte dell'editor Joe Queasa: in fondo i personaggi omosessuali continuavano ad avere il loro (piccolo) ruolo all'interno delle storie, basta guardare a Wiccan e Hulkling sulle pagine degli Young Avengers, o Carolina dei Runaways o Anole dei New X-men.

Pare però che Anole rischiava di non essere tanto fortunato. Nella seconda saga della testata New Mutants (la serie che poi sarebbe diventata New X-Men), gli scrittori Nunzio DeFilippis e Christina Weir prevedevano di far morire suicida il personaggio.
La storia era già scritta e i primi due numeri già disegnati e colorati: durante l'incontro genitori-insegnanti dello Xavier Institute, i genitori di Anole assistevano al bacio tra Xi’an “Shan” Coy Manh ed un'altra donna e rimanevano sconvolti. Per reazione Anole decideva di rivelare la propria omosessualità alla madre e al padre, ma questi non lo accettavano. Il ragazzo avrebbe cercato il sostegno dei suoi due migliori amici (Elixir e Satiro) che invece gli avrebbero voltato le spalle. La disperazione avrebbe portato Anole al suicidio…
Nella recente punta del blog delle leggende urbane dei comics, i due autori raccontano come l'editor Joe Quesada (appena salito al potere dopo la "caduta" di Jemas) avesse però cassato la storia quando gli albi erano già pronti, obbligandoli ad un tour de force per rimontare tutta la saga.
Quindi alla fine sembra proprio che Joe Quesada abbia voluto proteggere uno dei pochi personaggi gay della Marvel, risparmiandogli un destino che era un po' un cliché e prepararlo ad una carriera che gli avrebbe ritagliato un ruolo prominente nelle successive saghe dei New X-Men.

Ma leggendo meglio l'intervento di DeFilippis e Weir, notiamo che le cose non stanno proprio così:

"Quindi l'idea era che noi alleggerissimo un po’ la storia. Ci chiesero se potevamo eliminare il bacio lesbico che turbava i genitori (la risposta fu no perché senza quello la storia non poteva iniziare). Se potevamo non mostrare il bacio, magari facendolo avvenire fuori scena (optammo per mostrare solo le sagome). Se Northstar poteva non menzionare mai di essere gay (questo ci indispettì perché il suo coming out è avvenuto anni fa)"
Anche se l'obiettivo di Quesada era " to be less controversial. So a gay student killing himself is not a story he wants to see in his young-reader friendly book", dalle dichiarazioni dei due sembra che il problema, più che il suicidio di un personaggio gay, fosse affrontare il tema dell'omosessualità sull'albo.

Ma forse non dobbiamo guardare in maniera troppo maliziosa alla cosa.

Probabilmente Quesada stava solo cercando di ripristinare una dimensione più classica alla Marvel: in fondo fu uno degli storici editor della Casa delle Idee, Jim Shooter, ad obbligare John Byrne a trasformare quello che nelle sue trame doveva essere un Northstar omosessuale e sieropositivo in un Mezzo Elfo in crisi di astinenza da luce magica…

Nessun commento: